Le scelte della BCE, in merito agli aumenti dei tassi di interesse, stanno producendo effetti di rialzo sui mutui a tasso variabile. Vediamo nel dettaglio quali sono queste conseguenze, e in che modo possiamo regolarci.
Tassi di interesse del mutuo, la strategia BCE
I tassi della BCE sono i tassi d’interesse che la Banca Centrale Europea applica alle banche private in caso di concessione di prestiti. Questi tassi influenzano indirettamente gli interessi che le banche applicano tra di loro e ai clienti privati.
Questi tassi sono divisi in tre categorie:
- Il tasso BCE, ovvero il tasso principale di interesse sulle operazioni di rifinanziamento, ovvero i soldi che la BCE presta alle varie banche
- il tasso sulle operazioni di rifinanziamento marginale, ovvero i prestiti a brevissimo termine
- il tasso sui depositi presso la Banca Centrale, che interessa gli importi che la BCE riceve in prestito dalle banche private.
L’attuale strategia sta prevedendo continui aumenti del tasso BCE. L’ultimo, e attualmente nono aumento consecutivo, ha portato il tasso a 4,25%. In linea generale, questi incrementi hanno come immediata conseguenza un aumento dei costi dei prestiti e delle rate dei mutui. E il loro obiettivo ultimo è quello di contrastare l’inflazione, quindi l’aumento dei prezzi, fermandolo al 2% nel medio termine.
Conseguenze dei tassi di interesse sui mutui
La politica di rialzo dei tassi, da parte della BCE, produce comunque degli effetti sull’immediato. E a subire le principali ripercussioni dei rialzi dei tassi BCE sono i mutui a tasso variabile. Dobbiamo specificare infatti che i mutui a tasso fisso, che sono stati erogati tra fine 2021 e inizio 2022, non subiranno alcuna variazione. I nuovi mutui a tasso fisso, invece, esprimono un interesse che può superare il 6%, rispetto al precedente 1,8%.
Diverso il discorso per i mutui a tasso variabile. Il loro aumento è decisamente più sensibile, dal momento che l’interesse si assestava intorno allo 0,6% verso la fine del 2021, mentre ora ha superato il 6%. Come conseguenza, le rate tendono a raddoppiare.
Ecco un esempio, un mutuo di 300.000 euro dalla durata ventennale avrebbe avuto una rata mensile di 1330 un anno fa, mentre ora l’avrebbe di 2.268. L’aumento è di 938 euro.
Le altre spese, fisse e non, cui far fronte
L’ISTAT ha fotografato, nel luglio del 2022, una situazione economica che vede gli italiani spendere mediamente 2571 euro al mese. Anche questo è un dato in aumento, e le principali voci di spesa vanno ritrovate nelle utenze di luce e gas, nell’abitazione, nelle spese alimentari e nei trasporti.
Un’altra voce di spesa che ha segnato un incremento riguarda le vacanze. Per questa estate 2023 il caro vacanze, che si assesta intorno ai 1930 euro. Per fare un esempio pratico, una giornata di mare costa ad una famiglia circa 110 euro; l’aumento in questo caso è del 13,4%.
Tra le ulteriori spese, questa volta fisse, che potrebbero gravare sul bilancio ci sono anche le rate di modalità di pagamento come la carta revolving. Rate che, come tutte le forme di prestito, prevedono sempre dei costi.
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Ecco perché può accadere di trovarsi nella difficoltà di far fronte alle spese di tutti i giorni e a pagare con regolarità le rate di un mutuo o di un prestito.
In simili circostanze è fondamentale agire tempestivamente, così da evitare un ulteriore peggioramento della propria situazione debitoria. Proprio per questa ragione esistono società riparatrici del credito come Risolvi il tuo Debito.
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