Con la nuova legge per il recupero crediti, prevista nella cosiddetta riforma Cartabia, si avrà un iter, per il recupero del credito, più rapido.
Riforma Cartabia e nuova legge recupero crediti
Con la cosiddetta riforma Cartabia, il cui nome si deve alla ministra della Giustizia del governo presieduto da Mario Draghi, si è intervenuto sulla legge recupero crediti con il dichiarato obiettivo di velocizzare i tempi del recupero dei crediti, qualora fossero esigibili.
Un primo aspetto della riforma prevede l’obbligatorietà della procedura stragiudiziale. Questo termine, specifichiamo, può essere definito come meccanismo legale utilizzato per risolvere una disputa tra due o più parti senza dover ricorrere a un procedimento giudiziario formale. Alla sua base c’è la volontà delle parti coinvolte di trovare un accordo al di fuori dell’ambito del tribunale.
Questo accordo stragiudiziale viene di fatto reso obbligatorio, attraverso l’obbligo di notifica attraverso la PEC, ovvero la posta elettronica certificata, o per mezzo SERC, ovvero il servizio elettronico di recapito certificato qualificato.
I soggetti che devono rispettare questa obbligatorietà sono:
- qualunque soggetto con obbligo di domicilio digitale, come ad esempio professionisti, imprese e pubbliche amministrazioni
- soggetto privo di obbligo di domicilio digitale che ha in ogni caso scelto di averne uno. Il domicilio fiscale deve risultare nell’Indice dei domicili digitali delle persone fisiche e degli altri enti di diritto privato.
Se non è possibile notificare con questi canali, o attraverso canali ordinari come ad esempio la raccomandata, ecco che la procedura giudiziale di fatto è impraticabile.
Orari di notifica e incentivi fiscali previsti dalla nuova legge recupero crediti
Una ulteriore modifica della riforma Cartabia prevede la possibilità di inviare via PEC le notifiche a qualsiasi ora. I punti di riferimento temporale sono dati dalla conferma dell’invio e dalla conferma della ricezione.
Non vanno dimenticati, quindi, gli incentivi per il recupero stragiudiziale dei crediti, come ad esempio:
- esenzione da imposta di bollo, tasse e spese per ogni atto, provvedimento e documento durante la mediazione
- esenzione dall’imposta di registro per il verbale che contiene l’accordo di mediazione. Il limite è fissato a 100.000 euro. La quota eccedente questo importo è comunque soggetta all’imposta di registro
- credito di imposta di 600 euro per l’indennità a favore dell’organismo di mediazione che ha avviato la procedura. Un credito che vale solo quando l’accordo è stato trovato.
Lo stesso credito di imposta, pari a 600 euro, viene applicato per il compenso all’avvocato che si è occupato della mediazione, nei casi in cui la mediazione è obbligatoria.
Cosa non prevede il recupero crediti?
Al netto di quanto previsto dalla riforma Cartabia, ci sono alcune limitazioni imposte al creditore nel contesto del recupero crediti per proteggere i diritti dei debitori. Alcune delle azioni che non possono accadere tra creditore e debitore sono:
- minacce o molestie. Il creditore non può minacciare o molestare il debitore o utilizzare metodi di pressione illeciti per il recupero del credito. Come, ad esempio, l’invio di lettere minatorie, l’uso di linguaggio offensivo o l’adozione di comportamenti che possano danneggiare la reputazione del debitore
- accesso abusivo o coercitivo. Il creditore non può accedere abusivamente o in modo coercitivo alla proprietà del debitore per recuperare il credito. Ciò significa che il creditore non può entrare nella casa del debitore senza il suo consenso o utilizzare la forza fisica per prendere possesso di beni
- divulgazione dei dati personali. Il creditore non può divulgare pubblicamente i dati personali del debitore, come quelli relativi alla CRIF, senza il suo consenso. Questo include l’invio di informazioni personali del debitore a terzi o la pubblicazione di tali informazioni su siti web o altri mezzi di comunicazione
- azioni che ledono la dignità del debitore. Parliamo di comportamenti umilianti, discriminatori o ingiusti che possono arrecare danno emotivo o psicologico al debitore
- recupero tramite mezzi illegali. Il creditore non può utilizzare mezzi illegali per il recupero del credito. Non può chiedere aiuto a persone non autorizzate nella raccolta del credito.
In sostanza, chi chiama il debitore è un operatore, non è affatto un giudice né il creditore e non è tenuto a chiamare ad ogni ora. Né eventuali minacce hanno valore giuridico. Inoltre, tutti noi abbiamo diritto alla privacy dei nostri dati.
Come estinguere, allora, eventuali debiti?
È possibile ritrovarsi in una condizione di sovraindebitamento, dal momento che fenomeni economici quali inflazione e tassi di interesse, possono limitare o addirittura erodere la capacità d’acquisto di stipendi e risparmi.
Se quindi siamo oggetto di chiamate per un recupero crediti, è possibile ricevere assistenza da una riparatrice del credito come Risolvi il tuo Debito, che può allontanare la possibilità di ricevere sgradite ingiunzioni di pagamento.
Risolvi il tuo Debito da oltre dieci anni si sta occupando di aiutare i propri clienti a risolvere la loro situazione finanziaria attraverso un percorso ben preciso:
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Nella pratica, i clienti che accedono al programma di Risolvi il tuo Debito impareranno a mettere da parte, su base mensile, la somma necessaria ad estinguere i debiti, senza necessità di ricorrere ad altri prestiti.
L’accesso a questa seconda possibilità di vita può avvenire attraverso la richiesta di una prima consulenza.